Riapertura RSA: superare la crisi senza dimenticare la lezione della pandemia

riapertura-rsa-superare-la-crisi

Riapertura RSA: superare la crisi senza dimenticare la lezione della pandemia

Sabato 8 maggio, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza per la riapertura RSA, dopo 15 mesi di isolamento vissuti male sia dagli anziani ospiti nelle strutture sia dai parenti. Seppure gli anziani siano stati i primi ad essere vaccinati, le visite sono state sospese. Ai direttori sanitari era stata data la facoltà di decidere se riaprire le strutture o meno, in base alla valutazione dei rischi legati ai contagi.

Le direzioni sanitarie si limitavano ad ammettere visite soltanto in casi eccezionali e di estrema necessità (ultimi giorni di vita dei ricoverati). Dal 30 novembre 2020, una circolare distingueva tra RSA con focolai di Covid (dove le visite sono state bloccate) e strutture di degenza Covid free (dove le visite erano ammesse nel rispetto di misure adeguate come vaccinazioni, dispositivi di protezione, supporti digitali o all’interno di apposite ‘sale degli abbracci’).

Pochissime delle RSA a basso rischio hanno scelto la riapertura in sicurezza per non assumersi la responsabilità chiedendo al Governo una presa di posizione chiara e netta sulla questione. Così è stato: l’ordinanza firmata da Speranza ha dato il via libera alla riapertura delle RSA con un ribaltamento riguardo alle responsabilità dei direttori sanitari. Se prima i direttori delle strutture o l’autorità sanitaria competente potevano optare per la riapertura, oggi possono scegliere la chiusura. In base all’andamento del contesto epidemiologico, possono adottare misure precauzionali più restrittive, se necessarie a prevenire, evitare e contenere possibili contagi.

L’ordinanza, con effetto immediato e valida fino al 30 luglio 2021, rende possibile le visite nelle RSA con un protocollo nazionale, imponendo il rispetto del documento adottato dalla Conferenza delle Regioni e linee guida di sicurezza. Al lavoro del ministero della Salute, infatti, si è affiancato quello delle Regioni che hanno indicato le regole da rispettare per consentire il via libera agli ingressi nelle RSA.

Riapertura RSA in Italia: serve un green pass

L’ordinanza firmata dal ministro della Salute Speranza subordina la possibilità di visita nelle RSA al rispetto del documento adottato dalla Conferenza delle Regioni (approvato dal Comitato Tecnico Scientifico – CTS) che prevede limitazioni e precauzioni.

I familiari degli anziani potranno accedere alle strutture solo se rispetteranno le indicazioni delle Regioni che prevedono, oltretutto, il green pass per i visitatori.

Il green pass (certificato verde) impone almeno una delle seguenti condizioni:

– l’avvenuta vaccinazione;

– l’immunizzazione dal virus Covid-19 ovvero la presenza degli anticorpi da Sars-CoV-2 per guarigione dalla malattia;

– un tampone molecolare negativo recente (nelle 48 ore precedenti alla visita).

Misure e regole previste dall’ordinanza

La situazione epidemiologica è la priorità, bisogna contenere i contagi e tentare di uscire il prima possibile dalla pandemia. E’ altrettanto importante la questione sociale, morale: gli anziani hanno bisogno di vedere i propri cari e viceversa. Il giusto compromesso, quindi, è la riapertura RSA nel pieno e rigoroso rispetto delle condizioni imposte per scongiurare la trasmissione dell’infezione.

Ecco quali sono le condizioni da rispettare.

La struttura per anziani deve assicurare una programmazione degli accessi dei familiari nell’arco della giornata con modalità finalizzate ad evitare assembramenti.

Si dovranno privilegiare gli incontri all’aperto. Gli spazi interni destinati alle visite devono essere igienizzati ed arieggiati. Se l’anziano è allettato e condivide la stanza con persone non vaccinate, è previsto un solo familiare per la visita.

La regola è non più di 2 visitatori per ospite e per una certa durata, tranne casi particolari come fine vita, care giver. La RSA dovrà conservare il registro degli accessi per almeno 14 giorni.

All’ingresso della struttura, i visitatori saranno tenuti ad esibire il green pass, a compilare un apposito modulo sulla buona salute ed a passare al termoscanner.

Bisogna attenersi rigorosamente alle regole che prevedono l’utilizzo di dispositivi di protezione, dalle mascherine FFP2 ai dispenser per igienizzare le mani.

E’ possibile il contatto fisico tra anziano e visitatore? Sì, ma a certe condizioni: esigenze relazionali/affettive, se l’ospite è vaccinato o se ha avuto il Covid negli ultimi 6 mesi.

Si può richiedere il rientro in famiglia dell’anziano ospite nella RSA? La possibilità c’è, ma richiede l’autorizzazione specifica da parte del medico curante in accordo con la direzione, delle direzioni sanitarie, del referente Covid o dei responsabili medici.

Riguardo ai nuovi ingressi, se la persona non è vaccinata oppure ha già avuto la prima dose da meno di 14 giorni, dovrà osservare un periodo di quarantena di 10 giorni, un test all’ingresso e a 10 giorni.

Riapertura RSA: i punti critici spiegati dall’AIP

L’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) ha reagito positivamente alla riapertura delle RSA. Da tempo, ha messo in luce i danni all’equilibrio psicofisico degli anziani conseguenti ad una chiusura protratta per mesi, alla serenità delle famiglie.

E’ arrivato il tempo della ripresa, del superamento della crisi messo in atto senza fretta e senza dimenticare la lezione della pandemia, con prudenza.

Bisogna realizzare un patto di condivisione del rischio tra le strutture e le famiglie rispettando metodi, misure ed obiettivi.

L’AIP sottolinea alcuni punti critici.

Le indicazioni governative comportano un impegno organizzativo e finanziario notevole. AIP spera in contributi da parte delle Regioni per i costi aggiuntivi necessari per la riapertura, considerando le condizioni di precarietà finanziaria in cui versano molte strutture.

Ci sono dei punti che il Governo dovrà chiarire. Quale ufficio rilascia il green pass? Non è ancora chiaro a chi spetti questo compito.

I tamponi richiesti ai non vaccinati sono a carico del familiare prima di ogni visita: per chi intende far visita al proprio anziano di frequente si tratta di costi gravosi. Costi a carico non del Ssn e neanche delle RSA ma dei familiari. La verità è che questi costi dovrebbero essere a carico dello Stato.

I dati sulla campagna vaccinale nelle RSA

Nei primi mesi del lockdown, l’isolamento assoluto era indispensabile in un momento in cui anche le mascherine erano merce rara, mentre oggi sono disponibili. Tutti siamo stati e siamo ancora costretti al distanziamento, a dover parlare con anziani e nonni soltanto tramite una telefonata o una videochiamata. Oggi, pur rispettando le misure imposte per evitare contagi, le cose sono cambiate.

La campagna vaccinale all’interno delle RSA ha toccato vette quasi totali in Italia. Il 94% degli anziani nelle RSA ha ricevuto la prima dose di vaccino mentre l’80% la seconda.

Chiunque pur di riabbracciare i propri cari è disposto a rispettare le misure precauzionali necessarie. I nostri anziani non hanno più tanto tempo come i giovani. Auguriamo loro di vivere oltre i 100 anni ma hanno sofferto abbastanza la solitudine nelle RSA. Tutto ciò che hanno nella vita sono i propri cari, i familiari sono la vita stessa per loro.